Anche i portieri possono sbagliare (e non solo loro)

Prima o poi, tutti, ci siamo ritrovati a criticare la “papera” del portiere addossando a lui tutte le colpe di una sconfitta dimenticando, magari, l’errore di un attaccante solo davanti alla porta avversaria, oppure un  passaggio maldestro di un centrocampista che ha innescato un pericoloso contropiede, o anche l’errata marcatura del difensore…. Non sono forse “papere” anche queste?

Questo per sottolineare il detto che “si vince e si perde in undici, anzi in diciotto” con allenatori, dirigenti e accompagnatori compresi! Bisogna capire la difficoltà del ruolo del portiere.

L’errore del numero UNO è probabilmente l’ultimo di una catena di errori. Di questo il portiere diventa consapevole nel momento stesso che sbaglia, quindi il sottolinearlo potrebbe causare solo conseguenze negative; ad esempio nei soggetti caratterialmente più fragili potrebbe portare a compiere altri errori nella stessa partita, qualcun altro, addirittura, potrebbe abbandonare questo ruolo o sport!

Che brutto e umiliante sentire l’allenatore urlare dalla panchina “Ma che fai!?!” o un genitore dalla tribuna “Guarda che roba… resta a casa la domenica che ci fai perdere!!”.

Il portiere deve già fronteggiare varie difficoltà e caricargli sulle spalle altri dubbi, magari da parte di quelle figure per lui così importanti come il genitore o l’allenatore, potrebbe veramente essere il colpo di grazia ai suoi sogni. La sua paura di sbagliare diventerebbe difficile da vincere, insuperabile! È proprio questo il grande ostacolo da superare: “la paura di sbagliare”.

Nel momento in cui da bambino sceglie questo difficile ruolo, egli accetta di mettersi alla prova. Non si può nascondere nella tattica del 4- 3- 2-1, 4-4-2 o 3-5- 2 ecc.. Lui è l’1 e basta. Solo, nel 7,32m per 2,44m. Pensate, su undici giocatori avversari, dieci sono pronti a fargli goal.

Un nostro atteggiamento, una parola, un gesto sbagliato rischia di diventare più devastante e irrimediabile di una partita persa. Perciò attenzione a quello che diciamo, a come lo diciamo e a come ci rapportiamo verso i nostri figli o verso i giocatori della nostra squadra se vogliamo fare il bene dei ragazzi e della squadra.

Tutti dovrebbero sapere che solo attraverso l’esperienza personale dell’errore un ragazzo capisce dove, come, quando e perché ha sbagliato e con l’aiuto di un bravo allenatore potrà migliorare la sua performance agonistica, acquistare sicurezza e consapevolezza dei suoi mezzi. In questo processo anche i genitori potranno essere utilissimi. Come? Adottando un atteggiamento positivo, stimolando il ragazzo ad esprimersi senza paura, educandolo alla solidarietà positiva, ricordando che è pur sempre un gioco.

Stiamo vicini ai nostri ragazzi e aiutiamoli a … sbagliare tranquillamente, e vedrete che cresceranno meglio!!

Il papà di due portieri

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