Una grande squadra fuori dal campionato!
11 giovani giocatori della zona di Firenze non sono riusciti ad ottenere lo svincolo dalla società sportiva a cui sono rimasti forzatamente tesserati, la Bombo Rugby, ma non si sono persi d’animo: con l’aiuto della Firenze Rugby Club hanno fatto la scelta di rimanere squadra, compatti e concordi, e di giocarsi il loro campionato invitando e incontrando in amichevole altre squadre di rugby U20 (se qualcuno è interessato si faccia vivo!). Abbiamo intervistato alcuni di questi giocatori: Jacopo Mattei (Pino), Simone Bonelli (Simo), il capitano Massimiliano Goretti (Max), Francesco Baggiani (Baggia), Matteo Giraldi (Gila), Matteo Carboncini (Birra), Tommaso Casagrande (Tommy), Tommaso Guidotti (Culino). Cogliamo l’occasione per fare i nostri più cari auguri a Giulio Alesci per una pronta e rapida guarigione.
Cosa ci dite della vostra squadra?
Pino. Siamo una piccola squadra di Firenze, un gruppo di amici che nonostante tutte le avversità che si sono presentate durante quest’anno ci siamo impegnati e continuiamo a giocare, perché ci piace veramente.
Gila. La nostra squadra è composta da 18 giocatori che giocano per il Firenze rugby club. Non abbiamo la possibilità di fare un campionato ufficiale, in quanto 11 giocatori sono vincolati con il Bombo Rugby.
Birra. Siamo una squadra, dove ognuno si impegna ad aiutare e sostenere l’altro sul campo e nella testa. Siamo un gruppo molto unito, che non mostra segni di cedimento in alcun momento.
Le caratteristiche speciali della vostra squadra?
Simo. Siamo amici e ci piace il rugby!!
Max, il capitano. La caratteristica che ci rende speciali è sicuramente la nostra storia, cioè il duro percorso che stiamo ancora percorrendo e che, personalmente, sono fiero di affrontare con i miei amici. Non possiamo giocare partite ufficiali, non abbiamo un campionato, non abbiamo una classifica, in teoria sembrerebbe che non ci siano gli stimoli per continuare. E invece noi ci alleniamo, cresciamo insieme e non ci arrendiamo, come una vera squadra. Ciò che mi colpisce più di tutto sono le personalità di ognuno di noi, che unite per formare qualcosa di unico ti fanno sentire come in una grande famiglia.
Baggia. Io credo che proprio l’ingiustizia che stiamo subendo sia una delle nostre caratteristiche principali, poiché la stiamo superando tutti insieme. Ci troviamo 3 volte a settimana per allenarci senza poter giocare la domenica. Nonostante ciò siamo sempre in molti e ci alleniamo aiutandoci a vicenda.
Cos’è che vi fa sentire squadra?
Tommy. La situazione in cui ci troviamo, perché ci rende più uniti, e la passione che proviamo per questo sport.
Culino. Il non poter giocare un campionato ed il dover lavorare insieme per giocarlo in futuro
Pino. Il fatto di allenarci tutti insieme nonostante chi voleva impedircelo, prendere le botte tutti insieme, e sempre insieme uscirne a testa alta.
Simo. Lo stare tutti insieme anche senza un campionato a cui aspirare, lottare con il caldo o con il freddo, con la pioggia o il bel tempo, ma soprattutto giocare per la soddisfazione che ci dà questo sport.
Baggia. Sicuramente l’amore che ci lega a questo sport. Inoltre la forte amicizia. Tutto ciò grazie anche al nostro allenatore che ci motiva sempre al massimo nonostante le numerose avversità.
Max. Nel rugby la squadra è fondamentale, dobbiamo essere come fratelli pronti a sacrificarci l’uno per l’altro. È lo spirito rugbistico che ci tiene uniti e ci fa lottare insieme contro le difficoltà: l’ostacolo di uno di noi è l’ostacolo di tutti noi. C’è tanto lavoro da fare, quindi gli stimoli non mancano.
Cosa ne pensi dell’ingiustizia che avete subito?
Pino. Penso che sia solamente un “dispetto” che ci è stato fatto, per il fatto che noi come ragazzi non siamo minimamente responsabili di ciò che è successo, anche se alla fine dei conti siamo gli unici che ne stanno pagando il prezzo. Le dispute tra le due società non ci avrebbero dovuto toccare, e sono dell’idea che se davvero avessero avuto a cuore “il nostro bene”, ci avrebbero lasciato il nullaosta permettendo di divertirci fino in fondo, dato che come ho già detto, nessuno di noi è responsabile di ciò che è successo.
Culino. Credo che la dirigenza del Bombo Rugby, che non ci ha dato il nullaosta, non si renda conto che così facendo non danneggia il Firenze Rugby Club ma solamente noi ragazzi sia i vincolati che i non vincolati. Oltre a danneggiare anche i propri tesserati, creando una frattura fra noi ragazzi.
Max. In effetti è stata fatta un’ingiustizia nei nostri confronti: per un “capriccio” ci siamo ritrovati senza giocare un campionato ufficiale e senza la possibilità, per alcuni di noi, di fare qualche presenza in prima squadra. Con tutte le ragioni che possono avere, mi sembra abbastanza infantile far ricadere il prezzo di tutto ciò su noi ragazzi. È vero, siamo indignati e a volte, personalmente, provo veramente tanta rabbia, ma la trasformo in positività allenandomi e giocando sempre con più voglia. Siamo contenti e convinti della nostra scelta e fiduciosi che la situazione si risolverà.
Come avreste voluto risolvere questa situazione?
Birra. Ci sarebbe piaciuto risolverla potendo giocare il campionato nella squadra che abbiamo scelto, ma la giustizia sportiva ha deciso diversamente.
Baggia. Avrei preferito che non ci fosse questa divisione, ma una volta avvenuta avrei preferito che fosse lasciata ad ognuno la possibilità di andare dove voleva.
Hai qualche suggerimento da dare ad allenatori e dirigenti?
Tommy. Di non commettere mai l’errore che sta facendo il presidente del Bombo, cioè di non lasciare la liberta di scelta a persone che la pensano diversamente da te.
Max. Magari cercare di ricucire un po’ i rapporti, con l’impegno di entrambe le parti, permetterebbe di aprire nuove vie per la soluzione della nostra questione. Per il resto devo solo ringraziare i dirigenti e gli allenatori, che ci hanno sempre fatto sentire il loro appoggio, soprattutto con il loro duro lavoro per formare e mandare avanti questa squadra.
Baggia. No, penso che i nostri dirigenti abbiano fatto un ottimo lavoro, trovando 7 ragazzi nuovi e tentando di svicolarci in tutti i modi.
Birra. Ai miei allenatori e dirigenti non devo suggerire niente, sono perfetti così, ci mettono tutto l’impegno e le capacità che possono, e secondo me stanno facendo un ottimo lavoro. Agli allenatori e dirigenti del bombo suggerirei di pensare meno a loro stessi e più a noi ragazzi, perché sarebbe il modo eticamente giusto di fare.