Perché ci occupiamo di sport?
Non tutti i “perché” vengono per nuocere!
Nella storia dell’umanità la domanda introdotta dal “perché” sovente è stata la molla del sapere e del progresso. Spesso è stata anche un elemento che ha scatenato inquietudine e disagio, fino anche a disorientare una persona. A noi il “perché” interessa in quanto capace di portare a nuove consapevolezze e acquisizioni.
Non è scontato il fatto che la Chiesa, e noi salesiani in essa, ci occupiamo di sport. Ci sono sicuramente valide ragioni. Non il prestigio, né il guadagno. Neanche il successo o la gloria. A questa domanda con grande maestria e saggezza pedagogica ha risposto don Juan Vecchi nel contesto di una relazione tenuta al mondo sportivo salesiano nel 1983:
«Perché i salesiani si collocano anche nello sport e non soltanto nelle scuole e nella catechesi?
- Perché nello sport e con lo sport incontrano un gran numero di giovani;
- nello sport accompagno i giovani in un’esperienza umana, ricca di valori individuali e sociali;
- perché attraverso questa esperienza e altre simili possono mettere la vita in rapporto con la fede, rendendo quest’ultima significativa, saldandola con momenti e preoccupazioni quotidiane;
- perché nell’esperienza dello sport si ripromettono di raggiungere col messaggio anche coloro che in principio non lo chiedevano;
- e perché inoltre si offre loro la possibilità di formare gruppi, creare ambienti, paratecipare nel territorio, essere presenti nell’elaborazione di un aspetto della cultura.
Per tutto questo i salesiani non abbandoneranno facilmente l’area sportiva! Lo sport è un campo che offre delle possibilità educative».
A questo link puoi scaricare il testo completo della relazione di don Vecchi.