Annegò per salvare dei ragazzi: Coco, rugbista campione
Marco “Coco” Colombaioni è morto questa estate mentre cercava di salvare un giovane keniota che stava annegando nel mare di Marina di Ferrara. Tre ragazzi era riuscito a tirarli fuori, ma con il quarto, George Munya Gathuru, non ce l’ha fatta. E sono andati sotto insieme.
Il flanker della Stella Rossa Rugby
Marco era un giocatore di rugby. Era un flanker nella Stella Rossa Rugby di Milano, una squadra speciale, nata da poco, gestita dai ragazzi che l’hanno fondata, che stanno cercando di sviluppare un idea di rugby aperto, facile da avvicinare, naturale, così come è naturale per un giocatore di rugby sacrificarsi per un compagno. “Sostegno, ci sono, ci sono” sono le cose che gli allenatori insegnano ai ragazzi e che facciamo anche noi coi nostri della Stella. Marco l’aveva imparato benissimo, ma forse lo sapeva già di suo.
La retorica è in agguato perché il dolore quando muore un giovane di 28 anni è così forte che diventa incazzatura. C’è lo sgomento di quanti si trovano faccia a faccia con il lutto per la prima volta. C’è il groppo nel cuore di chi è stato in campo con Marco, si è legato stretto ai suoi pantaloncini, ha imparato a rispettare la forza con cui entrava nelle difese degli avversari correndo con le ginocchia alzate come gli avevamo insegnato. Un bel giocatore, un ragazzo dolce, intelligente, attento.
Marco era a Ferrara con un gruppo di giovani artisti di strada africani con cui lavorava come volontario insieme all’Ong Amami. Artista pure lui, spendeva la propria vita a lavorare in posti difficili in Africa, come quelli da dove venivano i giovani kenioti. Erano venuti in Italia per partecipare al Ferrara Festival e avevano voluto andare a vedere il mare.
Quando la bara è uscita dalla chiesa i compagni di squadra gli hanno fatto il corridoio.
(Pubblichiamo quest’articolo su una bella persona, grazie alla gentile concessione del mensile “All Rugby“. Ringraziamo il direttore Gianluca Barca)