GUARDIOLA: STRESS COME RIVALE IMBATTIBILE

L’opinione di Carlo Nesti,

È uno di quei periodi, nonostante l’assenza dello strazio di una guerra, in cui la vita appare, per molti-tanti-troppi di noi, “insopportabile“. E non solo per il pensionato (la metà del totale), che percepisce Euro 1.000 al mese, o per il giovane (il 36 per 100), che non trova lavoro. Si va ben al di là di ciò.

C’è il capo-famiglia, che, oltre a sopprimere se stesso, porta con sé moglie e figli. C’è l’imprenditore, che si suicida, annientato della crisi economica. C’è l’incapacità almeno di provare a compiere un passo indietro. O la vita è quella, alla quale eravamo abituati, o, se no, non vale più la pena di essere vissuta.

Eppure, con la massima comprensione di autentiche tragedie personali, io credo che non per tutti, ma per una buona parte delle persone, esisterebbero buoni motivi per entrare in una nuova dimensione dell’esistenza. Nella semplicità, lontano dallo stress quotidiano, si manifestano tesori insospettabili.

“Mi compiaccio con te, o Padre… che hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai saggi e le hai rivelate ai semplici. Sì, Padre, poiché tale è stato il tuo beneplacito” (Mt 11,25). Gesù ci insegna che “sapere”, cioè essere consapevoli (e ossessionati) di tutti i pregi e i difetti del mondo, non è sempre utile.

La necessità di “vincere”, nella vita, in campo lavorativo come in campo sentimentale, è anche la necessità di vincere nello sport business. Chi ha la responsabilità di dovere imporsi a tutti i costi, non solo per convenienza propria, ma per interessi altrui, viene stretto da una morsa, pure mediatica, pazzesca.

Siamo soliti chiamare “stress” questa lotta continua, e difensiva, contro le sollecitazioni esterne. Un allenatore come Guardiola del Barcellona, dopo avere vinto 13 titoli in 4 stagioni, ha deciso, improvvisamente, di “staccare la spina”, rinunciando ai 12 milioni all’anno, promessi da Abramovich del Chelsea.

L’effetto-emulazione ha fatto sì che altri personaggi dello sport, apprezzati per il loro autocontrollo, manifestassero lo stesso tipo di disagio. Persino l’uomo, che fu “delle caverne”, abituato a sfidare le bestie feroci, pur di procurarsi del cibo, non riesce ad affrontare avversari ben più subdoli.

In 7 casi su 10, lo stress è causato dai propri pensieri. D’accordo: i pensieri sono, a loro volta, provocati da qualcosa, all’esterno di noi. Ma se alla Fede, che ridimensiona quanto è “terreno”, in una prospettiva Celeste, fosse consentito di lavorare sui suddetti pensieri, cambierebbero molte cose.

SCHEDA – JOSEP GUARDIOLA

Josep Guardiola i Sala, conosciuto come Pep Guardiola (Santpedor, 18 gennaio 1971), è un allenatore di calcio ed ex calciatore spagnolo. Nel 2009 diventa il sesto tecnico ad avere conquistato la Champions League, dopo averla vinta da giocatore. Questo record è detenuto anche da Miguel Muñoz, Giovanni Trapattoni, Johan Cruijff, Frank Rijkaard e Carlo Ancelotti. E’ l’allenatore più vincente della storia del Barcellona: 13 successi. Nel 2011 conquista il Pallone d’oro FIFA tra i tecnici. Nel luglio 2008, nel pieno di una rifondazione del club blaugrana (che vede partire assi del calibro di Deco e Ronaldinho), viene scelto da Joan Laporta come allenatore, nonostante questa decisione attiri sulla società molte critiche, legate alla scarsa esperienza del neo-tecnico. Il 27 aprile 2012, dopo la sconfitta nello scontro diretto contro il Real Madrid, quando mancavano altri cinque turni di campionato, e l’eliminazione dalla Champions League per mano del Chelsea in semifinale, annuncia il suo addio, al termine della stagione, alla carica di allenatore del Barcellona. Il presidente Sandro Rosell dichiara che “per Guardiola proveremo gratitudine eterna”.

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