Italia vs Irlanda: “flash” di una partita di rugby

Sono andato allo stadio solo in occasione di alcuni concerti: grandi eventi di massa e di partecipazione.

Oggi ho avuto il mio “battesimo” in uno stadio per un evento sportivo: la partita di rugby Italia vs Irlanda. E a momenti ci scappava anche l’evento da record: fino a cinque minuti dalla fine l’Italia era in vantaggio di due punti. Al termine della gara eravamo sotto di due punti, ma la nostra nazionale ha dimostrato di essere in forma e molto competitiva in tutte le occasioni di contatto e mischia.

In questi ultimi giorni, in preparazione alla competizione sportiva con l’Irlanda, mi sono letto il regolamento. Ho cercato di farmi un’idea delle dinamiche e dei principi del rugby, disciplina sportiva che non ho mai accostato in modo serio. Sono rimasto sorpreso dello spirito e della cultura che l’accompagna, cosa che ho visto durante la partita e che raccolgo rapidamente con alcuni “flash”.

Innanzi tutto all’ingresso nello stadio Flaminio non ho visto assembramenti di polizia e forze dell’ordine, ma gente che sorrideva, cantava, mangiava, si salutava: una festa di paese, una bella atmosfera.

Arrivato al mio posto mi sono trovato vicino a un tifoso scozzese, che parlava italiano (per mia fortuna! Mi ha anche aiutato a capire alcune situazioni di gioco) e che tifava per la nostra nazionale. Oltretutto lui era con alcuni ospiti irlandesi.

E questo è l’altro aspetto che mi ha sorpreso: sia durante l’esecuzione dell’inno nazionale sia quando la nazionale irlandese ha fatto “meta” mi sono accorto che era pieno di irlandesi, e non erano raccolti, per non dire ghettizzati, tutti nello stesso luogo. Tifosi dell’una e dell’altra squadra erano serenamente mescolati tra di loro, e il verde del tifo irlandese si alternava al tricolore o all’azzurro italiano.

Nel segno del rispetto

E questo è l’altro aspetto che mi ha sorpreso: sia durante l’esecuzione dell’inno nazionale sia quando la nazionale irlandese ha fatto “meta” mi sono accorto che era pieno di irlandesi, e non erano raccolti, per non dire ghettizzati, tutti nello stesso luogo. Tifosi dell’una e dell’altra squadra erano serenamente mescolati tra di loro, e il verde del tifo irlandese si alternava al tricolore o all’azzurro italiano.

Durante la competizione sportiva non ho visto nessuno rivolgersi o andare contro l’arbitro in segno di protesta o minaccia, neanche quando, verso la fine del secondo tempo, per un fallo di antigioco ha ammonito (che implica 10 minuti di espulsione dal gioco) il capitano della squadra irlandese.

rugby rimessaLo stesso rispetto ogni giocatore ha avuto per i suoi avversari. Nel rugby ci sono tante mischie e contatti fisici: fanno parte del gioco e sono regolamentate da un comportamento disciplinato e sportivo. Non ci sono risse, non c’è cattiveria e spirito di vendetta.

Quando poi l’Italia ha fatto meta c’è stato un boato impressionante, che non avevo sentito in occasione dei punti segnati prima su punizione. Arrivare alla meta è il grande traguardo della squadra: è l’esaltazione dello spirito di gruppo, delle capacità tecniche e fisiche, della strategia e tenacia di gioco. Una meta vale una partita!

Al termine della gara, sconfitto ma soddisfatto per il gioco dell’Italia e per la tipica sportività in campo e sugli spalti, sono uscito dallo stadio salutando i miei vicini di posto e stringendo la mano ai tifosi irlandesi.

E sono tornato a casa contento, pervaso da quella genuina sensazione di aver vissuto un evento sportivo di grande qualità.

Don Claudio Belfiore

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