Le vertigini dell’amore di Dio nella croce di Gesù

Vertigini. Se non ci hai mai pensato, guardando questa Crocifissione di Dalì capisci che Gesù sulla croce ha sofferto non solo per le terribili ferite dei chiodi, non solo per la progressiva asfissia dovuta all’impossibilità di respirare, ma anche di vertigini, così issato sopra le follie degli uomini. Non a caso lui stesso predisse: «Quando sarò innalzato da terra…». In verità la croce fisica era alta forse solo tre o quattro metri.

Un grande abbraccio

Ma questa croce «metafisica» di Dalì rivela la vera dimensione del valore della morte di Gesù: «Attirerò tutti a me». Gesù disteso sulla croce sembra abbracciare il mondo intero, proiettato ben oltre l’orizzonte delle mura di Gerusalemme: abbraccia tutti i popoli e le generazioni di uomini, in una prospettiva da «terra vista dallo spazio»!

Forse potremmo dire che proprio qui, sulla croce, Gesù riconquista la visuale che gli è propria: quella divina. Gesù ritorna al Padre servendosi di questa impensabile navicella, la croce. Ed è un «ritornare» che non comporta nessun «lasciare». Torna al Padre, senza lasciare noi uomini. Lui in croce è il legame indissolubile tra il Padre e noi.

(Il Cristo di San Giovanni della Croce, Salvador Dalì)

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