Monique Van Der Vorst, storia di una happy “hand”

Riportiamo con piacere la news pubblicata dall’agenzia Superabile relativa all’approdo della sportiva Monique Van Der Vorst alle Olimpiadi. La sua è una storia di speranza, fatica, passione e fiduciaCampionessa paralimpica di handbike, infatti, Monique ha riacquistato dopo 13 anni l’uso delle gambe ed è stata di recente a Bologna come madrina del festival sportivo Happy Hand (3-5 giugno 2011)

“Non arrendersi mai. Tutti possono vincere la propria battaglia”. È questo il messaggio lanciato da Monique Van Der Vorst, campionessa paralimpica di handbike che, dopo 13 anni passati su una sedia a ruote, lo scorso novembre ha ritrovato l’uso delle gambe. A Bologna come madrina della tre giorni di sport organizzata da Happy Hand, Monique ha raccontato la sua nuova vita senza nascondere un sogno: le olimpiadi del 2012, stavolta quelle per normodotati.

Ventisei anni, olandese, alla fine dell’anno scorso Monique è stata protagonista di una storia incredibile che ha fatto il giro del mondo. La giovane era una promessa dell’hockey, ma 13 anni fa, dopo un incidente, perse l’uso delle gambe. Le gare, lo sport e le prime medaglie paralimpiche l’aiutarono a riacquistare fiducia a e non cadere nella depressione. Fino all’inverno scorso quando, dopo essere stata investita da un’auto, cominciò gradualmente a riacquistare la sensibilità. “Non so se è stato un miracolo. Non mi importa. L’unica cosa che mi interessa è che sono tornata a camminare”. Oggi Monique corre e va in bicicletta. “Il mio rapporto con lo sport è rimasto identico – racconta – tutto il resto è cambiato. Una delle emozioni più grandi è stata poter tornare a guardare le persone dritto negli occhi e non più dal basso”.

L’atleta è stata in questi giorni a Bologna per partecipare come madrina a Happy Hand, il festival sportivo organizzato dalla Polisportiva di Monte San Pietro insieme all’associazione Willy the King, che vuole superare le barriere invisibili che dividono lo sport tra olimpico e paralimpico, mettendo al centro dell’attenzione soltanto le persone. “Sono molto felice di essere qui. Questa iniziativa può essere l’occasione per imparare a vivere e gareggiare andando oltre la disabilità”. Dopo quello che le è successo Monique vuole essere testimone e portavoce di un messaggio di speranza: “Non smettete mai di lottare per i vostri sogni. Bisogna restare positivi perché tutti possiamo vincere le nostre battaglie”.

Il festival Happy Hand [ha visto coinvolti, ndr] più di 1.200 atleti e 150 volontari. Sullo stesso campo da gioco si [sono sfidati, ndr] disabili e non: “L’obiettivo è quello di superare l’idea che esistano tornei di serie A e tornei di serie B – spiega Willy Boselli, ideatore dell’iniziativa e tetraplegico in seguito a un angioma (è il “Willy the King” attorno a cui è nata l’omonima associazione) – Bisogna capire che la disabilità la crea chi sta intorno, comportandosi diversamente quando si trova davanti a una persona disabile”. Ricca è la selezione degli sport in programma a cominciare dalle 24 ore di basket […]. Ma anche sfide a showdown, il ping pong per non vedenti e un torneo di volley seduto.

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