Scopriamo la ricchezza del tiro con l’arco

Lo scorso 24 marzo il CNOS Sport ha siglato un protocollo di intesa con la FITARCO – Federazione Italiana Tiro con l’Arco, con il desiderio di sostenere reciprocamente le attività delle due realtà in nome dello sport educativo.

Ma quanti realmente conoscono la bellezza e la ricchezza della disciplina arcieristica? Noi come CNOS Sport ce ne stiamo appassionando e vogliamo far sapere a tutti, a partire dai nostri ambienti salesiani e dai partecipanti a La Partita Educativa, la validità formativa, umana e sociale di questo sport.

Sport per famiglie

Il tiro con l’arco è uno sport per la famiglie. Nell’ambiente si dice che è uno sport “per nonni e nipoti”. Questo perchè nelle società di tiro con l’arco ci sono nella maggior parte dei casi i componenti di un’intera famiglia: figli, genitori e nonni.

Gli ambienti societari, infatti, sono molto alla mano (rinomate le gare di società con festa conclusiva, simile al terzo tempo del rugby). C’è un clima familiare, senza pressioni, dove la socializzazione ha la stessa importanza – se non di più – del risultato agonistico.

Il tiro con l’arco può essere praticato da tutti perché l’arco è un attrezzo sportivo (NON UN’ARMA!!!) che si regola in base alla forza di chi lo utilizza. Quindi anche se sei un giovane gracile, o una persona avanti con l’età, non hai problemi a tirare.

Sport per tutti

Il tiro con l’arco è l’unica disciplina sportiva olimpica (insieme al tiro a segno) che permette agli arcieri disabili di competere insieme ai normodotati.

Non è un caso che l’azzurra Paola Fantato (atleta in carrozzina), nel 1996 abbia preso parte alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Atlanta.

Il tiro con l’arco può essere praticato anche dai non vedenti. Sono stati inventati degli appositi mirini che rendono l’atleta quasi del tutto autonomo su un campo di tiro e sono sempre di più gli atleti ciechi che lo praticano.

Correttezza, lealtà e rispetto dell’avversario

Una peculiarità del tiro con l’arco sono i valori con i quali crescono i giovani arcieri, abituati a vigilare sull’andamento della gara senza il bisogno di un intervento terzo. In questa disciplina sportiva, infatti, gli atleti controllano tra di loro i punteggi ottenuti dal “vicino di bersagli”: il suo intervento viene esplicitamente richiesto dagli atleti.

Concentrazione e spirito agonistico

Gli specialisti di psicologia dello sport dicono che il tiro con l’arco è una disciplina sportiva molto utile per i bambini iperattivi e per quelli che hanno problemi di concentrazione. Nel tiro con l’arco l’agonismo non è rivolto esclusivamente al “battere l’avversario”, ma il risultato di una prestazione è molto più incentrato nel vincere una sfida con se stessi.

Per tirare bene bisogna estraniarsi da ciò che ci circonda, guardarsi dentro, misurare la respirazione, concentrarsi su ciò che si sta facendo, ottenere una postura equilibrata ed avere il massimo controllo possibile del proprio corpo.

Questo avviene attraverso un lavoro introspettivo, nel quale l’atleta si mette in gioco per superare i propri limiti. La prestazione migliora se riesci a concentrarti sul tuo gesto tecnico senza farti distrarre dalla prestazione del tuo avversario.

Il vero successo per un arciere è quello di superare i propri limiti, avendo fede nelle proprie capacità.

Sicurezza ed ecologia

A differenza di quanto si possa pensare, il tiro con l’arco è uno sport molto sicuro. Quella della sicurezza è una prerogativa fondamentale per la FITARCO. I tecnici federali hanno come primo compito nell’allestimento di una zona di tiro quello di rispettare delle semplici norme che rendono difficilissimo il verificarsi di un incidente. È proprio per questo motivo che in 50 anni di attività, gli incidenti a cose e persone hanno avuto un’incidenza quasi pari allo zero.

Il tiro con l’arco è inoltre uno sport ecologico: i campi di tiro (per i principianti gli spazi possono essere molto ridotti, si va dai 5 ai 15 metri di distanza tra linea di tiro e bersaglio, mentre per gli agonisti i campi arrivano a misurare tra i 70 e i 90 metri) non implicano alcuna modifica al luogo che li ospita. La linea di tiro ed i bersagli, una volta rimossi, mantengono il paesaggio intonso, lasciando che il campo di gara possa essere utilizzato per qualsiasi altro utilizzo. Questo avviene anche nelle discipline del tiro di campagna e 3D, che non si svolgono su campi allestiti in piano come il tiro alla targa e l’indoor, ma vengono allestiti in zone immerse nel verde con varie pendenze, come parchi e zone boschive.

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